i’m a sculpture

Io odio la complementarietà. Proprio la detesto.
Questa assurda necessità di associare al bene il male, al giorno la notte, al dolce il salato, alla vita la morte.
Ultimamente è come se vivessi doppio. Tragicamente felice, gioiosamente disperato.


La cena di Guillaume è stata incredibile.
Tutto foie gras, dall’antipasto in avanti, senza fermarsi. La Francia stasera ci ha battuto e consapevolmente si liscia il suo ciuffo ribelle.
Il timido tentativo italiano di incorniciare il tutto con un chilo di gelato ha però reso la serata indimenticabile. Mangiarlo tutti dalla stessa ciotolona, is priceless.
Poi caminetto, ottimi vini, chiacchiere profondamente leggere e leggermente profonde, luci basse sui tetti di Roma e gli amici. Quelli veri che senti parte di te.
Voto 100, con lode e bacio accademico.

Sono stato da Dio, mentre la vita mi cullava dolcemente.
Ci guardavo da fuori, ormai lo faccio sempre. E ringraziavo.
Ringraziavo di queste persone, della certezza concreta di non essere solo, del mangiare nutrendo corpo e anima, degli abbracci, del calore.

E poi arriva lui. Quel pensiero che non hai chiamato. Arrogante e prepotente.
Ormai capisco che sta per arrivare quando è ancora lontano, come il leone che avverte a chilometri l’odore di paura delle sue prede. Purtroppo qui la preda sono io.
Ormai ho capito che non posso farci nulla, se non conviverci.
Quando sono in una situazione felice penso che Fra sarebbe dovuto essere qui.
Lo so che c’è a suo modo, ma io dico proprio concretamente.
E bere e mangiare e ridere e fare lo scemo.
Dentro comincia la battaglia, le emozioni si accoppiano selvaggiamente, ne nascono esseri strani.

Torno a casa fra i vicoli arancioni di Roma, scricchiolando sui sampietrini levigati dal tempo, tagliole micidiali per i tacchi delle donne. Roma è comunque la piu bella città del mondo.


Cammino fra la distrazione delle altre persone, invidio la loro leggerezza. Anche io ero così.
Ripenso a quando fare carriera era un obiettivo e mi sembrava importante.

Il nodo alla gola sale, autonomo e indisciplinato come le rivolte dei tassisti.
Avrei un po’ voglia di piangere, mi trattengo a stento anche perché non ho ben chiaro se voglio farlo per felicità o tristezza.
Ognuno ha la sua storia, il suo percorso e a un certo punto ti accorgi che quello che era un dipinto diventa una scultura. Non più due dimensioni, ma tuttotondo, come se dalla tela i corpi prendessero spessore. Così il mio cuore.
Ogni sensazione si arricchisce di mille sfaccettature, ogni pensiero esplode nella sua pienezza, ogni emozione si compone di sfumature azzardate.
E diventa tutto più difficile da sostenere, ma forse più intriso di significato.
Il cammino che abbiamo fatto fino a oggi è stato programmato per renderci abbastanza forti da affrontare la nostra nuova condizione.

Mi accorgo che parlare serve a pochissimo.
Che guardare in silenzio è fondamentale.
Che tutto quello che verbalizzo diventa realtà, e devo stare attento.
Che le persone che ti vogliono aiutare, in realtà sono le prime che hanno bisogno di un abbraccio.
Che non possiamo aiutare nessuno, se non dimostrando in silenzio che ci siamo se ne hanno davvero bisogno.
Che abbiamo tutti il nostro delirio di onnipotenza, accorgersene però aiuta.
Che non posso insegnare niente a nessuno, ne spiegare.
Che chiunque viva la sua verità insegna a tutti.
Che nella mia vulnerabilità si nasconde tutta la mia forza.
Che mi sto nutrendo ogni giorno della vita, solo per il semplice fatto che mi accorgo ogni giorno di viverla, assaporando il bello e il brutto di ogni momento.

Che ora non sono più un quadro ma una scultura.
Cosicché per guardarmi veramente devi un po’ girarmi attorno.

15 thoughts on “i’m a sculpture

  1. Visto che qui si parla di arte… non posso che restare in tema: sublime e pittoresco! anche questa volta sei riuscito a trasmetterci un po’ della bellezza della tua “arte di vivere”… ti auguro di essere una scultura possente di Michelangelo, armonica come quelle del Canova e d’estasi (visto il rapporto con l’altro mondo che ci avvolge) come la S. Teresa del Bernini.

    Hello Big Star e grazie di nuovo!!!

  2. Sono commosso come sempre. Mi ritrovo nella tua forte fragilità e nella tua fragile forza. Non smettere di girarti attorno, sarà sempre più bello. Un abbraccio

  3. Mi sorprendo sempre di come al mondo siamo in così tante persone diverse ma uguali. Se così non fosse, non potrei capire, sentire, vivere sulla mia pelle le sensazioni, le emozioni e i pensieri di cui scrivi tu che vivi la tua storia di vita. Mi allegerisce un po’ il cuore sapere che c’è una condivisione universale di alcuni tratti di vita e mi fa sentire meno il senso di vuoto lasciato dalla perdita. Grazie

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