bianca come il latte, rossa come il sangue

“Causa neve il laboratorio teatrale oggi è sospeso”

Grazie a quel genio di Steve Jobs non mi sono nemmeno dovuto alzare dal letto, il mio iPad mi concede la mattinata sotto il piumone senza muovere un dito.
Fuori bianco. Tutto bianco.

Mentre scrivo la parola bianco vado subito li.
“Bianca come il latte, rossa come il sangue” il libro di Alessandro d’Avenia.
Il primo libro per cui mi sono commosso.
(smettete di fare quella faccia, non è vero che mi commuovo per tutto)

È stato un rapporto strano il nostro.
Me l’avevano consigliato più persone, non collegate fra loro, quasi come se a intervalli regolari la vita mi suggerisse di comprarlo.
Lo feci, chi sono io per non ascoltare la vita?
Però lo tenni settimane sulla scrivania, ci guardavamo da lontano, senza aprirci.

Ogni volta che compro un libro nuovo lo lascio un po’ di giorni sul comodino, senza leggerlo.
Un po’ come i pesci rossi quando li porti a casa nel sacchetto di plastica e prima di travasarli li devi fare adattare.
Così metti il sacchetto chiuso immerso nell’acquario, in modo che le due temperature si avvicinino fra loro.
Allo stesso modo si deve ambientare anche il nuovo arrivato a casa mia.
La mia temperatura con la sua.
E ogni libro deve trovare il suo posto a casa. A volte lo sceglie lui, a volte lo scelgo io.

“Bianca come il latte, rossa come il sangue” invece mi ha seguito.
Da quando ho letto la prima pagina me lo sono portato dietro.
Abbiamo fatto un bel giro insieme.
Siamo diventati amici.
È stata un’esperienza strana.
Mi capitava qualcosa durante il giorno e la sera quando mi concedevo la mia  “pausadalmondo” me la ritrovavo scritta pari pari fra le sue righe.
Avevo dubbi, mi facevo domande ed ecco li nella storia di due estranei la risposta per me.
È stato magico. Leggevo lentamente, sperando non finisse mai.

Credo che non sia un capolavoro classico e che non gli interessi esserlo.
Credo che sia scritto con una purezza e una verità semplice che lo rendono di tutti.
Credo che parli a ognuno di noi, a quella parte di ognuno di noi rimasta intatta dall’aggrovigliarsi della vita.

La storia di due adolescenti e dell’amore.
Di quell’amore che gli adolescenti hanno ancora il coraggio di vivere.
E ci ricorda che quel coraggio ce lo avevamo anche noi, che da qualche parte ce lo abbiamo ancora.
Parla di occhi spalancati sul mondo con le palpebre che si sforzano di aprirsi il più possibile per permetterci di respirare la grandezza della vita.
Parla dell’assurdità del dolore che arriva un po’ come gli pare e che ti costringe a fare una scelta. Come vuoi vivere questa vita?
Parla della capacità degli esseri umani di essere inconsapevolmente fondamentali gli uni per gli altri.
Parla di coraggio, di paura, di ribellione, di mansuetudine, di carezze lacrime e sorrisi.

Parla di me e di te, di quel bambino che nascondiamo, di quegli occhi capaci di respirare il mondo che è ora di riaprire.

E ora che le nostre temperature si sono stabilizzate lo terrò qui, nell’acquario della mia vita.

Ps non percepisco alcuna percentuale sulle vendite, lo giuro.

21 thoughts on “bianca come il latte, rossa come il sangue

  1. Hello Big Star… il bianco dovrebbe donarti, io ne approfitterei per le foto. Interessante il discorso delle temperature e del libro che segue. Rende molto bene l’idea, in modo semplice, veritiero ed immediato, come riesce ad essere la tua scrittura e la tua persona :-).

    Beh potresti farci un audio libro!!! Che ne dici?

    Buona bianca giornata di sole

  2. Un’abbraccio dalla Forlì imbiancata da un manto bianco…. tutto è rallentato…. si vive meglio così….. lentamente….. aspettavo ….. sempre bello leggerti…… besitos :-*

  3. mi ha sempre affascinato, sia come titolo che come storia, eppure.. non l’ho mai comprato-…..
    è proprio vero, certi libri ci attirano a se come calamite…mi è capitato con diversi di loro
    solo che io quando prendo un libro, raramente lo lascio da parte, di solito mi devo sforzare di non leggerlo, perchè ahimè li divoro, li leggo senza mai stancarmi, li leggo finchè non mi bruciano gli occhi e devo impormi di smettere..e quando lo faccio, è come quando immergi la testa nell’acqua e la ritiri fuori di scatto, mi sento sempre un pò rimbambito.
    MI ha colpito questa frase “Parla di me e di te, di quel bambino che nascondiamo, di quegli occhi capaci di respirare il mondo che è ora di riaprire.”
    Hai ragione sai?Nascondiamo dentro di noi un bambino, alcuni cercano di soffocarlo, altri, e io tra questi, cercano di vedere la propria vita con gli occhi meravigliati del bambino che erano e sono.

    bacio da ravenna, oramai sempre più immobilizzata sotto questa neve..

  4. Quel libro è rimasto nell’ultima scatola del trasloco, in cantina. Ci pensavo due mattine fa, uscendo di casa alle 6.20 (ora in cui generalmente non penso a nulla).

    Dici che mi sta chiamando?

  5. Lo sto leggendo ora.

    Peccato non avere più tempo per finirlo alla svelta, prende e si fa inseguire.

    Ma io amo le storie di iniziazione alla vita, di adolescenti inquieti.

    E’ che non si smette mai di esserli, o no?

    Grazia

  6. Sai quante volte l’ho preso in mano? Troppe. E mi chiedo “perchè non lo compri? perchè non lo leggi?”
    C’è quella vocina idiota che passa il tempo a blaterare e blaterare nelle tue orecchie sino alla nausea e ogni volta la metto a tacere. Però, tornata a casa, mi pento e vorrei uscire ad acquistarlo. La cosa è strana perchè di rado ho una simile attrazione per un libro.
    Credo che stavolta cederò…
    Un abbraccio,
    Fed

  7. Grazie Paolo per le tue parole che danzano leggere come fiocchi di neve. I passi di questa danza si muovono per trovare una liberazione, uno s-prigionamento di situazioni (come dicevi tu) aggrovigliate, per sciogliere quei nodi che ti bloccano, che arrestano la tua giornata. Apprezzo particolarmente il tuo modo di leggere, una lettura accompagnata da domande alla ricerca di verità (condivido ancora parole tue).

    • beh il premio per il primo libro che mi ha commosso va a te.
      ti farò recapitare a casa il pesce rosso in sacchetto di plastica che hai vinto al luna park della mia vita.

      un abbraccio
      paolo

  8. Incredibile come anche l’amore per questo libro ci accomuni…
    Adoro Alessandro e i suoi libri (il secondo, “Cose che nessuno sa”, forse mi è piaciuto ancora di più!).
    “Credo che parli a ognuno di noi”… è proprio vero, non conosco persona che non ne sia rimasto colpito. Solo che le parole che usi tu per parlarne sono fantastiche…
    Bravi tu e Alessandro! 🙂

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