Si sente quello che sei.

this dogs determinated the colours of the house

this dogs determinated the colours of the house

A piedi nudi sulla pietra ancora calda di questo sole salentino salgo sul tetto.
Anche qui Luna piena. C’è qualcosa che non mi torna, ma non mi pongo troppe domande.
Nuvole di velluto blu sfilacciato propongono una lenta intermittenza, la luce riflessa muove le ombre di cactus molto più alti di me.

Di notte mi muovo piano, sono un film visto al rallentatore per non perdere dettagli, slow motion di momenti solo miei.

L’anno scorso su queste stesse pietre leccesi, in una notte d’estate proprio come questa, sdraiato sui grandi cuscini del colore dei levrieri che mi dormono accanto scrivevo su questo blog.
Non mi ricordo cosa scrissi e non andrò a rileggerlo, ma tante cose da allora sono cambiate.

Questo luogo/non-luogo dove spesso mi rifugio, quest’ “isola che non c’è” di cui, quasi per caso, ho scoperto la via (seconda stella a destra questo è il cammino) mi ha portato dritto, dritto fino al mio mattino.

Ho trovato il modo per farmi conoscere.

Per uno che fa di mestiere l’attore dovrebbe essere proprio quello del lavoro il modo per aprirsi al mondo.

E invece no. Sembra assurdo ma ognuno deve trovare la sua “rivelazione al mondo” in modo autonomo. Non esistono strade predefinite, nè tantomeno scorciatoie, figurati ambiti lavorativi…
Non ho più avuto bisogno di dire a tutti chi ero, ma raccontando piccoli momenti della mia vita ho fatto sentire chi sono. Ed è molto più importante.
Pochissimi hanno capito per ora che tipo di attore sono, ma ci sarà tempo anche per quello, non è per ora la mia priorità.

La cosa straordinaria che ho capito è proprio la necessità intrinseca all’uomo di rivelarsi al creato, di sgusciare fuori dal bozzolo di comportamenti e convenzioni sociali in cui volenti o nolenti la vita ci incarta.

Poi nella vita succede qualcosa, a ognuno succede, e lì in un attimo di lucidità ti chiedi chi sei. Ricombini le tue priorità, le tue scale di valori, shakeri con forza le idee che ti sei fatto, i piccoli grandi appigli che ti sei costruito e che non servono mai a nulla.

Barcolli per un attimo, confusamente ti chiedi se tutto quello prima di questo momento è stato un momento sprecato, sbagliato, inutile.

Per un attimo pensi che sia proprio così.

E poi succede che ti guardi allo specchio e ti vedi, che capisci che anche tutti gli errori sono stati fondamentali, che uno per uno formano quei gradini che portano alla consapevolezza.

Tutti quegli sbagli, quelle ferite mi hanno portato su questa pagina bianca che si apre sul mondo, che prepotente afferra la sua indipendenza non appena le parole vengono scritte e autonoma va in giro per il mondo.

E io dal tetto di un ex frantoio pugliese mi mostro a te.
A te che magari non ho mai nemmeno incrociato o che, al contrario, mi conosci da una vita.

Perchè nel momento esatto in cui queste parole prendono forma io per primo mi rendo conto di chi sono, di chi sono diventato, sento tutta la mia strada senza bisogno di muovermi.

Mi guardo intorno, guardo questa casa di calce bianca e grandi volte a stelle. Questa casa è una rivelazione. La rivelazione dei padroni di casa. Ne odoro la loro essenza in ogni terrazza, in ogni tenda mossa dalla brezza notturna, in ogni debole luce che ne accarezza i contorni. Loro hanno trovato questo modo per mostrarsi al mondo.

Ognuno deve cercare la sua strada alla rivelazione. E’ fondamentale.

Fai in modo che quello che sei si senta di più di quello che dici. 

L’uomo si illumina d’immenso nella rivelazione della sua essenza.

I modi sono infiniti.

Ognuno hai suo, unico e perfetto.
Il nostro compito è scoprire qual è.

Ti lascio con una canzone di Mia Martini (grazie ancora zia Paola!)

Lei si è rivelata così.

Mi piacerebbe pensare che dovunque tu sia decidessi di ascoltarla di notte, all’aria aperta, con i rumori del mondo addormentati e lontani.

Prenditi un momento solo tuo.

In un altra città, nella stessa notte ci saremo io ed altri cento distesi su un altro terrazzo ad ascoltarla con te.

Credo che sia finita l’estate, ma non le vacanze.
Le vacanze sono solo uno stato mentale.
Torno a casa grato alla Puglia, a tutti i luoghi che ho visitato e a tutte le persone che ho incontrato, pronto a ripartire.

I viaggi STELLAri continuano sempre su Elle.it con tutte le STARtip dei posti da visitare assolutamente in Salento…
Alla prossima puntata…