fra polvere e sigarette

A volte nel nome si cela davvero il carattere di chi lo porta.
I Tommaso notoriamente non credono se non mettono il naso.
Per questo stamattina Tommy, dopo aver letto i post del mio blog, mi ha seguito a colazione.

musica maestro!

Il  mio “buongiorno biondo” è arrivato squillante, puntuale, inattaccabile.
Non ero ancora completamente entrato nel bar degli spaghettari che già Viola con un sorriso gioioso mi scaricava una vagonata di entusiasmo in tazza piccola e zucchero di canna.
La felicità a 70 centesimi…mi sembra quasi di rubare.
Tommy non può fare altro che ridere, come sa fare lui che ride con gli occhi.
Viola sta diventando una celebrità.
Me la immagino con un telegatto in mano, personaggio dell’anno.
E se lo meriterebbe tutto.
Viola sarebbe da sostituire ai distributori di merendine negli uffici.
Non fa ingrassare, ti cambia la giornata e come la peggiore delle epidemie è altamente contagiosa.
Tommy va al lavoro sorridendo e io sorridendo mi incammino verso piazza di Spagna.
L’epidemia sta dilagando.
Musica nelle orecchie, gente che ride, energia viva.

Mi imbatto in una serie di donne bellissime, di quelle bellezze interiori che modellano i lineamenti.
In via del corso la ragazza in bicicletta mi sorride, con un rossetto rosso rosso. Poi prosegue armoniosa in direzione opposta alla mia, la vedo allontanarsi mentre cammino al contrario. “Grazie!” vorrei gridarle, ma credo che lei già lo sappia.
Quella dai lineamenti orientali invece è appoggiata a un muretto,aspetta il tram.
Anche lei bellissima, con uno stile molto personale ma semplice, lo stesso rossetto rosso. Mi guarda e ride, forse perché sto canticchiando col iPod nelle orecchie.
Sorrido di risposta e faccio l’occhiolino.
Sono ridicolo, penso,ma vengo dalla Romagna.
Lì ci tirano su a piadina, Fellini e “vitelloni” (è un film…specifico per alcune persone che non sanno cosa si sono perse, recuperate!).
L’occhiolino lo facciamo di default.
Proprio nel punto in cui via dei condotti sfocia in quella sfolgorante cascata di pietra della scalinata di Trinità dei Monti incontro Andrea R. (http://thatsitnetwork.blogspot.com/) con Lilian la terza miss ” quando la natura si impegna non c’è nulla da fare”.
Bellissima, sorridente. Non credo sia italiana.
Forse sto girando uno spot Benetton e non me l’hanno detto.
Il suo nome si sposa perfettamente con la luce che porta negli occhi.
Non potrebbe chiamarsi in altro modo.

Il nome è importante, ti segna a vita, nomen omen, il nome è un presagio.

Mio fratello numero 2 si chiama Stefano, significa “corona, perfezione della natura divina”
Mio fratello numero 3 si chiama Francesco, significa “libertà”
Mia sorella numero 4 si chiama Elena, significa “fiaccola, scintillante, splendente”

Io, il numero 1, mi chiamo Paolo.
Significa “piccolo, poco”.

Vorrei sentitamente ringraziare i miei genitori per la cura e la dedizione impiegata nella scelta del mio nome.
Mamma replica che unito al cognome suona un po’ come un auspicio, piccola stella.
Non le credo.

Intanto è arrivato il tramonto. E con lui Guja, figlia di un premio Oscar (lo dico sempre, lei si incavola regolarmente. Ma se tuo padre è un premio Oscar io che ci posso fare?).
Con Guja si sta bene, lei ti fa stare bene. E’ piena di contrasti e questo la rende affascinante. Chiamava Franci James, per la somiglianza a James Franco. E lui le diceva a intervalli regolari di due minuti “sei troppo zoccola” o “sei troppo casta”.
E infatti è cosi. E’ tutto e anche il suo contrario. Straordinaria. Mi accorgo che proprio le voglio bene, mentre mi legge il suo di blog, che scrive ma non pubblica, tanto per rimanere fedele al concetto di prima. E scrive pure bene, sta scema…
La luce dai raggi rosa-arancio ci saluta come un caro amico incastrato fra due palazzi e una prospettiva che si perde all’infinito.


Da oggi sarò finito in almeno un centinaio di foto, dietro a coppiette coreane e gruppi di spagnoli. Mi porteranno con loro, in giro per il mondo, senza sapere che a loro volta sono entrati nei miei racconti.
E ancora penso a quanto siamo inconsapevolmente ma inesorabilmente connessi.
Vorrei sapere quante persone che non ho mai conosciuto continuo a incrociare, in giro per il mondo.

Mi piace che la mia vista possa sconfinare a perdita d’occhio.
Respiro forte, respiro vita.
E con tutta questa vita negli occhi, nel naso, nella testa e sulla pelle mi avvio verso casa. Cammino, penso.
Penso che ci sia davvero un sacco d’amore nel mondo.
Penso che l’amore che preferisco è quello che trovo, che non mi aspetto.
Che mi sorprende sbucando all’improvviso, proprio li dove non credevo.

Nel sorriso di uno sconosciuto, in un tramonto, in una morte, su un ciottolo per strada fra polvere e sigarette.

Arrivo a casa, stanco. Mi rendo conto che il sorriso di stamattina si è fatto tutta la giornata, fino a sera.
Mi sembra un grande risultato.
Apro la mail e trovo Giorgia che mi scrive poesie,Fabiana che mi dedica una canzone e Maria che dice che”da quando ti leggo prendo la metà dello xanax che prendevo ogni giorno”.
Rido.
Poi penso che allora a qualcosa puo’ davvero servire aprire il cuore. E sono io che ringrazio Giorgia,Maria e Fabiana.

e dato che credo che ogni cosa abbia senso solo se condivisa, ecco quella canzone che mi è stata dedicata. Io la dedico a te.