Un po’ di anni fa un ragazzo straniero, tipo slavo, mi ha detto con fare arrogante scendendo da un autobus: “devi smetterà di guardare tutti male” in un accento improponibile, guardandomi storto. Poi si è voltato e si è disperso fra la gente con quel suo inutile giubbetto di jeans.
Prima reazione: desiderio di gridargli “torna al tuo paese a dare giudizi!”
Seconda reazione : desiderio di picchiarlo, dopo aver saggiamente notato che ero più grosso di lui.
Terza reazione: e se avesse ragione? E se fosse un messaggio che la vita mi sta mandando, tramite questo sconosciuto che probabilmente non rincontrerò mai più?
Ci sono fragilità che si incontrano in un ristorante di Milano e spalancano il grigio di una città troppo di corsa.
Ci sono occhi che si guardano con un’intensità tale che mangiare diventa superfluo, ci si nutre in altro modo.
Il ristorante “Petit” di piccolo ha solo il nome.
Dentro tutto era grande.
A me Viviana è sempre piaciuta. Non sapevo esattamente perché.
Mi è piaciuta dal primo istante, quando l’ho conosciuta subito dopo la sfilata di Alberta Ferretti di cui ero ospite.
Carlo (Mengucci, il pr del gruppo e grande amico) mi disse di aspettare nel suo ufficio che arrivasse l’autista per andare alla cena.
“Ti faccio salire in macchina con una stylist. Ti piacerà”
Carlo ci becca sempre.
Inguainata in un abito di perline di tutti i colori, con fresca abbronzatura brasiliana, bellissima, entra in ufficio al telefono.
È agitata, ma sorridente.
Anche se sembra pronta per il red carpet dei Golden Globe, lei é al lavoro.
Il mondo della moda in questo è davvero divertente.
Risponde a una decina di chiamate poi si volta:
“Tu sei Paolo, vero? Carlo mi ha detto che devo assolutamente conoscerti”
“Anche a me ha detto la stessa cosa”
“Mi dispiace che mi becchi in un giorno difficile. Sto cambiando tutto nella mia vita e mi fa un po’ di paura” e sorride. Ma sulla faccia quella paura si nasconde nei dettagli e fa capolino.
“Hai fatto la scelta giusta Viviana”
Non so perché gliel’ho detto,non avevo nemmeno idea di quale fosse la scelta, ma lo credevo profondamente.
Ha sorriso. Ho sorriso.
Da quel giorno ci sorridiamo.
Lasciava il nido protetto della sua maestra, della donna che le ha insegnato tutto, che lei profondamente ama e decide di provare a volare da sola. Un salto nel buio.
Credo siano necessari nella vita, fondamentali.
I cambiamenti spaventano, disorientano.
Ma senza di essi rimaniamo piccoli.
Ci siamo incrociati in questo mesi, ogni volta che i nostri frenetici lavori c’è l’hanno permesso.
Tre giorni fa siamo andati fuori a cena.
Quattro amici, le luci gentili delle candele, vino, brindisi, carezze negli sguardi.
E noi che, con la velocità della luce, aggiorniamo il resoconto delle nostre vite dall’ultimo incrocio delle nostre esistenze.
Poi il discorso entra nel profondo, senza nessuna fatica, nessun pudore.
Le vulnerabilità, le passioni, le paure, le gioie in un mix perfetto.
Le persone che entrano nella mia vita in questo periodo sono perfette.
Perfette per me, per questo mio momento.
Hanno tutte la stessa caratteristica.
Sono nel cambiamento, stanno facendo il salto.
Hanno paura, grandi ostacoli, un cuore enorme.
Si guardano attorno e il mondo appare ostile e minaccioso, sanno che devono combattere.
Ma la loro battaglia si disputa col cuore aperto.
È una battaglia senza un nemico.
Sono vulnerabili e invincibili.
E tutte queste persone sono destinate a vincere.
Ne sono certo.
È l’era del cambiamento. Credo che i Maya ci abbiano preso in pieno.
Il mondo di prima é finito.
Siamo entrati nell’epoca del cuore.
Dove anche per fare carriera nel mondo del lavoro sarà necessario amare gli altri,
dove l’unica ricchezza sarà la condivisione,
dove ci renderemo concretamente conto di quanto ogni singolo essere umano sia strettamente connesso con ogni suo simile sulla terra.
Dove ognuno avrà il suo spazio, sgomitare per farsi largo sarà un inutile perdita di tempo.
L’opportunità di fare questo cambiamento ci viene data ogni giorno, a tutti.
Solo chi accetterà questo rischio farà parte del nuovo mondo.
Solo chi abbraccerà l’unità degli uomini farà ancora parte di questa specie.
Non prendetemi per matto. Oppure sì, fate un po’ voi.
Vi abbraccio comunque.
Non a caso dalla pennetta di canzoni che mi ha regalato Arianna (+) ho preso la prima.
E il titolo dice già tutto. “I see love”. Si vedo proprio questo.
E un abbraccio più grande a Viviana Volpicella (si metto il nome e il cognome) che ogni volta che mi sorride mi fa sentire la persona più amata della terra e che ogni singola volta riesce a stupirmi.
E io di stupirmi delle cose belle non mi stanco mai.
Ok San Valentino. Scriverò poco.
Scrivere d’amore è quasi impossibile. Va vissuto.
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Nel corso di questi mesi molti mi hanno scritto. Ogni tanto sono andato a sbirciare nei profili di chi commentava o mi mandava mail. Ogni volta trovavo un cuore. Li raccolgo tutti da quel giorno. Questi sono solo una piccola parte. Forse c’è anche il tuo.
Lascio tutto alle immagini e alla musica, che sono certamente più brave di me.
Voglio solo dedicare questo piccolo video a tutti quelli che dicono che San Valentino è una festa stupida e consumistica, che non serve un giorno per ricordarsi dell’amore, che dovremo ricordarcelo tutti i giorni.
È vero. Un po’ come il Natale, che siamo tutti più buoni e il resto dell’anno delle bestie.
Ok,ok sono d’accordo con voi.
Ma ragazzi da qualche parte bisognerà pure cominciare!
Quindi a me il giorno dedicato all’amore piace. Continua a leggere →