Seduto su una panchina con il mare.
Un cielo strano, complicato, bellissimo.
le note di Patrick Watson. “Sit down beside me” non credo sia solo il titolo.
Da ieri notte che ci penso, volevo venire al mare a scrivere.
C’è una piccola terrazza a Santa Marinella, un’oretta da Roma. È uno dei miei rifugi.
Mi piace perché è incastrata fra due fila di case, dalla via principale sembra un acquerello claustrofobico. Ma se ti addentri e percorri la strada arrivi sulla terrazza, che si apre al mare come un abbraccio sentito.
Qui solo silenzio, accarezzato dall’infrangersi delle onde. Il luogo è talmente magico da risultarmi spirituale e ogni volta mi chiedo come i graffittari abbiano potuto preferire scrivere “no alla tessera” e “i marci nei merci” piuttosto che rimanere fermi in contemplazione a guardare la linea increspata dell’orizzonte.
Avevo bisogno di stare proprio qui, fermo.
Di sentire il vociare musicale del mare, di dipingermi nel ricordo la luce filtrata dalle nuvole.
Sono vestito solo di grigio. Di 5 grigi diversi.
Non l’ho fatto apposta, ma mi piace essere in pandant con questo cielo.
Credo che questo cielo sia in pandant con quello che provo.
Avevo bisogno che l’apertura spaziale di questo luogo aprisse la mia mente, la quiete scandita penetrasse le mie ossa, gli occhi potessero correre senza ostacoli, trascinandosi dietro le mie emozioni.
Qui è più facile respirare, qui è d’obbligo brillare.
Mi è appena arrivato un sms di Paolo (si perché qualcun altro ha avuto l’ardire di copiarmi il nome). Proprio adesso, mentre scrivo il termine brillare.
” Keep shining”, ha letto il blog, presumo. E come spesso accade quello che scrivo arriva ad altri e poi torna a me. Questo sms mi fa bene. Grazie.
Tutto l’amore che getti nel mondo torna, prima o poi, e nella forma che desidera lui.
Basta non stancarsi e continuare a gettare, senza chiedersi perché lo stiamo facendo.
Ti risponderà la vita.
È da ieri notte che voglio venire qui.
Ieri notte è stata strana, complicata, bellissima.
Ero nel letto, verso mezzanotte.
Tutte le luci spente, casa addormentata.
Quando vado a dormire faccio quasi sempre quattro chiacchiere con Francesco.
Non lo confessavo prima, ma dato che ho saputo che ci parlano anche Laura, Greta, Fede, Mara, Ale, Sam e compagnia bella non mi sento più completamente squilibrato.
E se anche lo fossi chi se ne frega, mi fa stare bene.
Ho bisogno di segni. Gliel’ho proprio spiegato, chiaro e tondo.
Ho bisogno di evidenza.
Non di un’evidenza oggettiva, no. Ma di un evidenza mia, che basti a me.
Con l’avvicinarsi del Natale le mancanze si fanno più presenti, e in questi giorni la sua lo è molto.
Penso spesso a quale regalo fargli, pregustandomi la sua espressione nello scartare il pacchetto.
Poi un pensiero tira l’altro, mi sono immaginato mentre faceva lui un regalo a Greta.
Natale o no Greta era il suo destinatario preferito.
Ogni negozio in cui entrava diceva”questo lo devo prendere per Greta”.
Ho pensato che quest’anno Greta non lo avrà.
Ho sentito la sua ferita a distanza, la sua vibrazione sanguinante.
Ho chiesto a Franci di starle vicino, adesso.
Nel buio assordante una luce, un rumore meccanico.
Il mio Mac di là in salotto prende vita in modo autonomo, si accende con quel suo effetto sonoro.
Io mi spavento pure un po’, accendo le luci, vado a vedere.
Lo schermo azzurro, retro illuminato, facebook inquadrato.
La prima notizia è di Greta.
Scrive sul suo wall “un’altra volta 25”.
È il compleanno di Greta.
Io da fetente quale sono me ne ero dimenticato completamente.
Era da poco passata mezzanotte.
Sarò pazzo,squilibrato o come vi pare ma mi è sembrato un segno inequivocabile.
Ho iniziato a lacrimare, goccioloni come se piovesse, non riuscivo nemmeno a leggere.
Non credevo di avere riserve idriche cosi copiose. Mi proporrò alla Nato, come soluzione alla siccità mondiale.
Ridevo e piangevo, dicevo grazie al vuoto della mia stanza che non era mai stato così pieno.
Ho scritto a Greta, gli auguri e il bene che le voglio.
Mi risponde, era ancora sveglia.
La chiamo su Skype.
“Sei uno stronzo!” un ottimo esordio Greta!
Stava piangendo anche lei, il mio messaggio l’aveva commossa, con le parole vado forte!
Le racconto la storia, il computer impazzito, la luce nella notte.
Lei mi rispondendo serafica ” Francesco ricordava a tutti di farmi gli auguri, lo faceva sempre” .
Sono contento che continui a farlo.
Avrei voluto scrivere ieri notte, le lacrime non me l’hanno permesso. Le emozioni erano un’esplosione convulsa. Avevo bisogno di farle sedimentare, leggermi con la quiete del mare e fruscio delle onde, aperto all’infinito.
Non so cosa sia successo ieri notte. Non mi interessa più di tanto.
Avevo bisogno di un segno e l’ho avuto.
Alla fine in questa vita basta chiedere. Ti sarà dato.
Rimango seduto, su questa panchina, respirando il mare. So che sei qui, con Greta, Marina, tutti i miei amici sparsi nel mondo.
Sei qui, seduto accanto a me.
Sei riuscito a rendere magico un posto che ho rifiutato per anni.
E poi e poi e poi la tua forza e’ travolgente.
E come ha detto il tuo amico ‘keep shining’
Bacetti
A.
facciamo che keeppiamo shining tutti quanti!
bacio p
e mentre Davide gioca nel boxe mi commuovo..cornutazzooooo…detto questo,meno di un mese fa alle 4 di notte stranamente Davide dormiva e mi ha svegliata una risata e il parlottare del mio cucciolo…ho visto vicino al lettino mia nonna bella come non mai a coccolare il suo nipotino che fisicamente non vedrà mai più…mi sono alzata volevo abbracciarmela tutta ma come un soffio é volata via….io ci credo a queste cose sai?Avevo bisogno di sentirla vicina ed é arrivata!
beh come vedi anche io ci credo eccome…non siamo soli! abbraccia davide da parte mia.bacio
….che sia un mac, un sogno o un soffio l’importante è che ci sia e che ti aiuti ad essere sereno…
c’è! ❤
che bello, bellissimo, stavo per piangere anche io, ma sono in ufficio e non posso, ho dovuto trattenermi! ciao
ahahha!l’ufficio è il posto migliore dove poter piangere. 😉
…a dire il vero no, però almeno è bello provare un emozione ogni volta che leggo il tuo blog, visto che sono sempre immerso tra i freddi e sterili numeri del c…o!
la solitudine dei numero freddi 😉
Non vi preoccupate non siete matti, le prime tre volte pensi che senza dire niente a nessuno devi andare dallo psichiatra, quando di cose come queste te ne accadono una serie e la tac dimostra che il cervello è ok, ci convivi ed inizi anche ad apprezzarle.
io apprezzo eccome 😉
Altroché! C’è gente che passa tutta la vita a chiedersi se dopo c’è qualcosa. Poi c’è gente come me, senza meriti speciali, con una vita normalissima, credente e poco praticante, ma con la certezza assoluta che ci sono e ci restano accanto.
La prima volta avevo 8 anni ed ero terrorizzata, adesso che ne ho 26 mi sento molto fortunata .
si, credo che sia una fortuna. 😉
Sempre emozionante leggerti. Sono giorni di mancanze, questi. Presenti o future che siano.
Il bello delle mancanze e’ che sono spazi vuoti da colmare. Sta a noi decidere come! Un abbraccio!
ciao paolo
anche io ogni notte, tra le montagne bianche delle lenzuola mi ritrovo a rivolgermi a francesco. In questi giorni la sua mancanza è ancora più forte, è arrivato insieme alle luci e ai dolci, è arrivato con i maglioni rossi e i treni per tornare a casa, insieme al fastidio delle strade affollate e agli inviti per capodanno. stamattina mi ha accompagnato a lavoro mica troppo in silenzio? scalpitava e io con lui, non so perché mi ritrovo a scriverti queste cose, a volte è un po’ come se da solo non riuscissi a contenerlo tutto, ho bisogno di dividerlo con qualcuno eppure ne sono molto geloso e in cuor mio spero che sia sempre così.
Prima che francesco andasse via è come se non avessi pianto tutte le mie lacrime e riso tutte le mie risate.
Ritrovarlo nelle tue parole tra ieri notte e oggi mi ha fatto compagnia, torturato e messo a letto.
credo che cndividere tutte queste emozioni sia l’unica via. mi piace farlo anche con te 😉 un abbraccio